La geometria, l’architettura, i fogli di papiro. Non c’è dubbio: l’Occidente è in debito con la civiltà egizia. E il calcio? No, quello è un ‘altra storia. Arriva da un’isola che al tempo della costruzione delle prime piramidi era abitata da popolazioni selvagge. Da lì l’arte della pedata si è diffuso in tutto il mondo, anche se per molto tempo le coste del Nord Africa ne sono state lambite soltanto in maniera marginale. Ecco perchè sulle sponde del pur generoso Nilo non è mai sbocciato un talento calcistico.
Anche il protagonista di questa storia non può essere considerato un talento. E’ egiziano, si chiama Ahmed Hossam, ma tutti lo chiamano Mido. Dicono che sia pigro, indolente, rissoso. Insomma una testa calda. Un identikit che dovrebbe spingere le squadre a girare a largo da lui. E invece la Roma lo acquista nell’estate del 2004 dal Marsiglia con un trattativa lampo. In 4 ore viene messo tutto nero su bianco e l’egiziano diventa il nuovo attaccante giallorosso. Ma la tifoseria lo accoglie freddamente. Si aspettava Ibrahimovic e si ritrova Mido. Non proprio la stessa cosa.
Qualcuno tra il serio e il faceto inizia a chiamarlo Re Mido. Ma nell’Urbe i re non hanno avuto molto fortuna. E infatti la storia non fa sconti nemmeno all’egiziano già dal primo giorno: la macchina che lo porta a Trigoria tampona una vettura parcheggiata, alle visite mediche si scopre che soffre di una infiammazione agli adduttori. Qualche giorno dopo scoppia la grana legata al suo permesso di soggiorno e infine anche la pubalgia si accanisce sul neo-acquisto.
Mido debutta durante il nubifragio giallorosso sullo stretto di Messina. Finisce 4-3 per i peloritani e l’egiziano si segnala per due assist: con il primo manda in porta Montella, con l’altro Giampà. Alla fine si becca un 5,5 in pagella.
Va meglio nella gara successiva contro il Lecce: ancora un assist, questa volta per Mancini e un 6 in pagella. Votazioni che non cambiano nelle gare successive. E che continuano ad oscillare tra la sufficienza e l’insufficienza. Insomma , specchio specchio delle mie brame chi è il più mediocre del reame?. Ma tu, o mio sovrano.
Anche se il ramadan è finito da un pezzo, l’egiziano continua il suo digiuno di gol. E infatti a fine ottobre già si vocifera di una sua probabile cessione all’estero, perché in Italia, dopo averlo visto all’opera, nessuno lo vuole.
Sull’attaccante della Roma si muovono quindi con decisione il Southampton e il Tottenham, con la benedizione di Del Neri che può liberare così un posto in squadra al suo pupillo: Cossato. A spuntarla è proprio il Tottenham che si aggiudica le prestazioni, per la verità abbastanza scadenti, dell’egiziano. E così come Tarquinio il Superbo, il popolo romano e romanista insorge e condanna il suo sovrano all’esilio, questa volta nella Terra d’Albione.
Deposti scettro e corona, Re Mido fa in tempo a vendicarsi, impedendo l’acquisto di Cossato. In patria era il faraone, a Roma divenne una mummia imbalsamata, quella della maledizione. Anche perchè la Roma disputò quell’anno il peggior campionato della sua storia dal dopoguerra.
Mido conclude la sua (mezza) stagione con 8 presenze, 0 gol realizzati e la media del 5,5