Ci sono paragoni che te li porti dietro per tutta la vita. Non si scrostano via, proprio come la sabbia più ostinata. Per esempio quello all’ultimo banco a scuola sarà sempre il ciccione casinaro. Anche se nella vita diventerà una persona seriosa e perderà 40 kg. Più o meno la stessa cosa è accaduta a Erik Tinkler. Ancora oggi i tifosi del Cagliari lo ricordano come il “Bisoli raffinato” e non come il primo sudafricano a vestire la maglia rossoblu. Ma che significa Bisoli raffinato? Significa che il capitano della nazionale sudafricana era, sì, uno che menava come un fabbro, ma era anche un gran tiratore da fuori e specialista sui calci piazzati. O almeno così sperava Gregorio Perez, il suo tecnico durante l’avventura in rossoblu.
Tinkler sbarcò in Sardegna nell’estate del ’96, insieme a Fish e Masinga. Ma mentre questi ultimi erano parvenu nel calcio europeo, il mediano del Cagliari vantava invece diverse stagioni in Portogallo, al Vitoria Setubal. Non proprio una big, ma comunque più nota degli Orlando Pirates di Fish.
Perez gli affida le chiavi del centrocampo e lo schiera sempre titolare nelle prime giornate di campionato. Sarà un caso, ma il Cagliari dopo 6 partite ha raccolto appena 4 punti, frutto di una vittoria, un pareggio e quattro sconfitte. Tanto basta a Cellino per dare il benservito al tecnico uruguaiano e ingaggiare l’italianissimo Carlo Mazzone.
Eric Tinkler e uno sguardo da duro alla "Pierpa Bisoli"
Il ‘sor Carletto” intuisce subito che la situazione è disperata e che per evitare il tracollo sia necessaria una rivoluzione. Mazzone mette quindi al bando, anzi in panchina, la campagna acquisti esotica di Cellino per puntare tutto sugli indigeni. L’epurazione colpisce anche Tinkler. Da lì in poi, il sudafricano vede il campo solo per pochi spezzoni di gara. Inutile aggiungere che il rapporto con l’allenatore si è guastato. Anzi, non è mai nato. Ma la guerra fredda, nonostante il clima mite della Sardegna, si trasforma in scontro aperto dopo qualche mese. Il Cagliari boccheggia in fondo alla classifica. E’ il momento di stare tutti uniti per difendere con le unghie una Serie A che sta sfuggendo di mano. Invece Tinkler chiede il permesso di andare a Lisbona per giocare un’amichevole di lusso tra star dell’Europa e dell’Africa. Mazzone, o chi per lui, gli nega il permesso. E lui per tutta risposta abbandona l’allenamento infuriato. Insomma, non proprio l’atteggiamento giusto per riconquistare un posto nell’11 titolare.
Tuttavia, Mazzone ha ancora bisogno del sudafricano: spareggio- salvezza tra Cagliari e Piacenza. Si gioca a Napoli. Manca un quarto d’ora alla fine e il Cagliari è sotto 1-2. Mazzone si guarda in panchina e vede il sudafricano. Ma sì, pensa il tecnico romano, buttiamo nella mischia anche lui, vuoi vedere che pesca dal cilindro il gol della speranza. Niente da fare, alla fine il Piacenza nell’ extratime segna il 3-1 con “toro scatenato Luiso. Il Cagliari è in B. Dopo il crollo c’è sempre la ricostruzione. Ma del progetto non fa più parte Tinkler, venduto al Barnsley, neopromossa in Premier Leauge. Ci resta 5 anni, prima di ritornare in patria. Dopo il ritiro è diventato assistente dell’allenatore Roger de Sà al Wits, doveva aveva iniziato a giocare da ragazzino. Ma dal Sudafrica assicurano: se un domani Eric subentrasse a de Sà, l’eredità sarebbe decisamente meno pesante di quella di Bisoli.
Mariano Messinese
Twitter:@MarianoWeltgeis