Ci sono un coreano, un argentino e un iraniano. No, non è l’inizio di una barzelletta. Ma sono solo le nazionalità di alcuni giocatori presenti nella rosa del Perugia all’inizio del campionato 2001-2002. Infatti la società umbra a cavallo del terzo millennio sembra una multinazionale con a capo un padre padrone come Luciano Gaucci. Vulcanico, dispotico a tratti geniale: Lucianone una ne pensa e 100 ne fa. Anzi 100 ne acquista, soprattutto dai campionati più strani e assurdi, come quello cinese o iraniano. E così nell’ estate del 2001 arriva dall’affascinante e misteriosa Persia un oggetto altrettanto misterioso: si tratta di Ali Samereh, attaccante dell’Esteghal e della nazionale del suo paese. Per agevolare la trattativa si muove in prima persona un misterioso intermediario: un imprenditore di tessuti persiani, nato in Iran ma trapiantato in Umbria da tanti anni. Opportunista, forte fisicamente e nel gioco acrobatico. Così lo descrivono le cronache di quegli anni. Ma Samereh non è uno che si monta la testa. Dopo tutto è un ragazzo di 24 anni che vive lontano dalla sua Terra. E’ umile e soprattutto molto religioso, Si sveglia alle 6 per la preghiera mattutina, non beve alcol, né mangia carne di maiale e ovviamente rispetta il Ramadan.
Ali Samereh in carne,ossa e monociglia
Ma la sua avventura calcistica in Italia sarà un continuo Ramadan: in pratica resterà a digiuno di gol. Per la verità, Ali Samereh disputò anche un buon precampionato. Ma il calcio estivo è ingannevole Il sole picchia forte e può causare allucinazioni. Pertanto può anche capitare di scambiare un bidone per un nuovo talento da mandare in campo alla prima giornata. E infatti Cosmi fa così. Schiera l’iraniano all’esordio stagionale contro l’Inter, ma è un disastro. L’Inter rifila un poker al Perugia: finisce 4-1 per i nerazzurri. Samereh resta in campo un’ora abbondante, con risultati imbarazzanti. E’ inconsistente, spaesato, addirittura sembra esile rispetto al giocatore ammirato in estate. Un esordio anonimo – commenta Cerruti della Gazzetta. Parole profetiche, perché da allora l’attaccante sprofonda nell’anonimato. Giocherà solo altri 5 spezzoni di partita in serie A. Prima di essere rispedito in patria. Ma per un iraniano che parte, un altro ne arriva. Si tratta di Rahman Rezaei che farà una figura migliore. Anche perché fare peggio del suo predecessore era impossibile. Mariano Messinese Twitter:@MarianoWeltgeis