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Bruno Montelongo: il desaparecido rossonero

E’ finita prima ancora di iniziare. In questo ossimoro c’è la sintesi dell’esperienza di Bruno Montelongo al Milan e più in generale nel calcio italiano. Il Milan lo pescò dall’ Uruguay nell’estate del 2010. Non era la prima volta che la società di Via Turati sceglieva i suoi giocatori nel piccolo stato sudamericano. Era già successo l’anno precedente, quando arrivarono Viudez e Cardacio. E dal momento che non c’è due senza tre, a Milanello giunse anche Montelongo, sponsorizzato dal quel vecchio marpione di Paco Casal. Per intenderci, il procuratore che aveva portato in Italia Ruben Sosa, Francescoli, ma anche Sorondo e Carini. Campione o pippone? Il dubbio era amletico. Anche se non fu sciolto fino in fondo.

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Terzino destro naturale, Montelongo aveva appena 22 anni. Era stato ingaggiato per favorire il ricambio generazionale in quel ruolo  che vantava troppi veterani come:Papastathopoulos e Bonera, ma anche Oddo e Zambrotta. Insomma, la concorrenza c’era. Ed era numerosa, proprio come gli impegni del Milan, in lotta su 3 fronti: campionato, Champions e Coppa Italia. Vuoi vedere che non si trovi un po’ di spazio anche per Montelongo? E infatti finisce proprio così. Il terzino uruguaiano non scende mai in campo: neanche un minuto con la maglia rossonera in partite ufficiali.

E dopo una prima parte di stagione vissuta tra panchina, tribuna e qualche seduta in palestra, a gennaio si riaprono le porte del mercato. E su Montelongo piomba come un falco il Bologna. Finisce sempre così: gli errori delle grandi società si ripercuotono sulle piccole. E’ una storia vecchia come il mondo, ma sempre attuale. Infatti in  Emilia le cose vanno peggio. Anche perchè Montelongo si rompe il legamento crociato anteriore. Diagnosi: stagione finita. E così anche a Bologna la sua esperienza finisce prima ancora di incominciare. Il suo calvario in Italia si interrompe qui: è giunto il momento del rimpatrio. Nell’estate del 2011, Montelongo fa ritorno in Uruguay, al Penarol per la precisione. Gioca una stagione e poi si accasa al River Plate, ma non quello di Buenos Aires, bensì quello di Montevideo. In patria cambia vita e ruolo: oggi gioca come  esterno destro di centrocampo. In Italia era considerato un terzino. Ma forse era solo una leggenda. Del resto nessuno l’ha mai visto giocare.

Mariano Messinese
Twitter:@MarianoWeltgeis

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