La corazzata PotemKEANE

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Altolà!Non è l’ennesimo tentativo di dileggiare il Santo Graal della cultura cinematografica sinistrorsa. L’unico intento che ci anima è quello di ripercorrere le gesta di una simil meteora del calcio nostrano. Stiamo parlando dell’irlandese Robbie Keane. Saliamo sulla macchina del tempo e planiamo su quella torrida estate del 2000 che scorreva lentamente fra le stanche propaggini delle delusioni di Euro2000 e l’attesa spasmodica per l’inizio del campionato, rimandato insolitamente ad inizio ottobre.

 Il ventenne Robbie Keane raggiunse Milano, sponda nerazzurra, alla fine di luglio. Per accaparrarsi le prestazioni della promessa del calcio britannico, il presidentissimo Moratti non esitò a sborsare quasi 40 miliardi del vecchio conio, per citare Bonolis. Potente, ma rapido, piccolo, ma difficile da buttar giù, parola di Jaap Stam.

Insomma, quel ragazzotto irlandese un po’ tarchiato sembra convincere Moratti, i tifosi e la critica, la stessa che qualche giorno prima sottolineava che l’attaccante fosse solo un’alternativa all’inarrivabile Salas.

Le prime uscite di Keane con la nuova maglia sono sorprendenti: corre, rifinisce e all’occorrenza segna. C’è solo un piccolo grande problema: l’Inter e i suoi discutibili nuovi acquisti: Vampeta, Farinos e poi “il rieccolo” Hakan Sukur, che sarà anche ottomano, ma ha due piedi che sembrano ferri da stiro. All’allegra combriccola si aggiunge, ad ottobre, il tristemente funesto Vratislav Gresko: insomma c’erano 4 amici al bar che volevano rovinare l’Inter (e ci riuscirono,chi prima e chi dopo).

Il punto più basso del precampionato nerazzurro viene raggiunto all’ultimo minuto del ritorno dei preliminari di champions contro il modesto Helsinborgs. Recoba avrebbe l’occasione per prolungare la sfida ai tempi supplementari, ma il suo calcio di rigore sbatte sulla manona dell’estremo difensore svedese. Partita finita e addio sogni di europei.

La botta è pesante, ma è il livido a far male il giorno dopo. E infatti su mister Lippi piovono critiche e contestazioni che fanno tremare la sua panchina manco fosse collocata sopra la faglia di Sant’Andrea. Fra i molti dubbi sollevati, uno riguarda Keane: perchè è stato schierato tardi? In breve Keane sembra essere diventato il salvatore della patria, l’unico vivo in qua squadra di zombie nerazzurri.

E nei giorni successivi il nostro fa di tutto per confermare le buone impressioni aprendo anche le marcature nella finale di supercoppa, finita con un pirotecnico 4-3 per la Lazio. Il campionato sta per partire e l’irlandese è ai blocchi di partenza pronto a scattare come Carl Lewis, ma non ha fatto i conti con la falsa partenza dell’Inter che viene sconfitta alla prima giornata dalla Reggina di Colomba.

Lippi non la prende bene e con un tono poco british annuncia che i giocatori andrebbero presi a calci là, dove non batte il sole. L’esonero è inevitabile e al suo posto subentra una vecchia gloria nerazzurra: Tardelli. La sostanza delle cose non cambia e la sua Inter vive sull’ottovolante, alternando grandi prestazioni(2-0 alla Roma, poi campione d’Italia) a pericolosi scivoloni(3-0 a Udine, 0-1 in casa con il Lecce).

Se l’Inter mostra tutte le pecche di una squadra discontinua, Robbie,invece, ha la costanza di giocare sempre male.Talmente imbarazzante la sua prestazione nella sconfitta casalinga contro il modesto Lecce di Cavasin, da essere definita tragicomica. Inquietante il fatto che si danni l’anima senza mai riuscire a vedere la porta, neanche col binocolo. Sintesi? 4,5 in pagella.

Inevitabilmente tutto il reparto avanzato dell’Inter sale sul banco degli imputati. Ci sale anche Keane, chiamato a giurare con la mano destra sulla bibbia del Calcio di non fare rimpiangere il mancato acquisto di Salas.

La volontà ci sarebbe anche, ma i gol latitano e le sirene di Chelsea e Leeds si fanno strada fra il trafficato parco attaccanti nerazzurro. Keane vorrebbe anche resistere, ma ben presto si accomoda in panchina a vedere i suoi compagni giocare. Non che facciano meglio, dal momento che alla vigilia di Natale tutte le punte hanno segnato complessivamente quanto el pampa Sosa, cioè la miseria di 7 reti.

Numeri da infarto! Qualcuno deve pagare : il gran giurì Moratti non ha dubbi e condanna al rimpatrio proprio Keane che si accasa per 38 miliardi al Leeds. La maglia n.7, lasciata vacante dall’irlandese, viene vestita , udite udite, dall’uruguagio Antonio Pacheco, l’ultima boa alla quale si aggrappa l’Inter per salvare la stagione. Invece Pacheco riesce nell’impresa di fare peggio del suo predecessore: tiro mancino del destino o vendetta postuma di Keane? Mah, forse non lo sapremo mai.

 

Robbie Keane saluta mestamente il campionato italiano con appena 6 presenze e 0 gol realizzati. Media voto: 5,25. 

Mariano Messinese

 

 

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Categorie: Incompreso | Tag: , , , | 2 commenti

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2 pensieri su “La corazzata PotemKEANE

  1. Cari miei, di calcio non capisco niente, non lo seguo e non mi è mai interessato, ma leggervi è davvero piacevole!

  2. Grazie! Ma tanto lo sappiamo che sei imparentata con il presidente della Samp. Il tuo cognome non mente!

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